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Metallica-hardwired...to self destruct. scritta e redatta da domenico mimmowhiplash costa, presidente ed headchapter my friends of sicily - metallica fan club sicilia -official italian local chapter #458 of the metallica club

Afrontantare un disco dei METALLICA e' un compito assai arduo, pure per i fans piu' devoti che fin dagli inizi della loro carriera li hanno adorati da quel lontano 1981 anno di fondazione, e dopo i primi 4 album di chiarissima derivazione thrash metal bay area la band decise di dare alle stampe quel BLACK ALBUM che da li in poi li rese celebri e osannati in tutto il mondo, un album e bene dire che manteneva il sound roccioso della band ma con nuovi innesti musicali per molti diventarono piu' soft anche con gli album successivi, ma si sa l'eta' ha aiutato i METALLICA ad essere piu' maturi e devoti verso il loro credo musicale, e dopo ben 35 anni di carriera ci ritroviamo davanti la band nuovamente in carreggiata con un nuovo album targato 2016, sono passati 8 anni precisi da DEATH MAGNETIC album che aveva segnato il ritorno dei METALLICA al thrash metal dopo molti di anni dopo l'escursione hard rock degli anni 90 e il controverso ST ANGER.

HARDWIRED...TO SELF DESTRUCT nasce sotto una luce decisamente migliore, 12 brani , 12 videoclip, insomma i METALLICA targati 2016 hanno dato ai fans un album destinato alla storia della musica contemporanea, del rock e dell'heavy metal in generale.
La prima traccia HARDWIRED, un vero e proprio assalto metallico senza freni, dove i nostri 4 fanno quello che i fans aspettavano dopo tanti anni , il thrash metal , il loro genere vero, un brano diretto che colpisce per il suo modo di affrontare il problema della societa' odierna piena di arroganza, distruzione, morte e ignoranza e sfortuna danno il via all'album con un riffing granitico e qui butto un occhio alla band.
Ulrich si dimostra davvero ispirato per tutto l'album con un HETFIELD, HAMMETT E TRUJILLO davvero grandi.
ATLAS, RISE!, ecco un brano che parla di mitologia, era dai tempi di THE FOUR HORSEMEN che i METALLICA non ci proponevano un brano cosi ,davvero un grande brano che affronta la tragedia di ATLANTE personaggio mitologico che sfido' zeus e fu punito dallo stesso per averlo sfidato, pena che pago' molto cara con il tenere su di se l'intero globo terracqueo, grande riiffing e ottima strategia ritmica rendono questo brano davvero immenso sia per i contenuti che per l'approccio musicale.
NOW THAT WE'RE DEAD, i METALLICA qui credo che abbiano voluto fare un brano introspettivo, si parte con un arpeggio rockeggiante e via, eccoli ci presentano un brano molto bello e davvero entusiasmante, ascoltare per credere e se non avete letto il testo fareste meglio a leggerlo perche' l'emozione e' dietro l'angolo, HETFIELD canta meravigliosamente , di certo brano meno veloce ma intenso ed emozionante.
MOTH INTO FLAME, qui si riparte a razzo, riff heavy e poi.......fast e furious. MOTH colpisce nel segno per il brano che per il modo e l'approccio , thrash metal d'alta classe rende questo pezzo molto irresistibile, vero pilastro dell'album e diciamo che qui i METALLICA hanno colto nel segno, quindi ogni commento e' superfluo.
DREAM NO MORE, ecco qui siamo davanti a un brano molto interessante, KTULU SVEGLIATI!!!! ecco il nostro dio del mare ritorna prepotente, con HETFIELD che lo cita in ogni ritornello, e un brano che parte all'insegna dell'hatd rock per poi esplodere nel piu' incedere thrash metal mid tempo, brano davvero molto serio che riprende la saga di KTULU fin dai tempi di THE CALL OF KTULU e THE THING THAT SHOULD NOT BE.
HALO ON FIRE, un vero capolavoro, un brano bellissimo, che riempie di emozione l'ascoltatore. Per i piu' attenti sembra di essere tornati ai tempi d'oro, brano impeccabile e band decisamente in formissima rendono questo pezzo vincente, da notare anche il riffing centrale in palm-muting vero e proprio credo musicale dei METALLICA e qui chiudiamo la prima parte dell'album che magari fara' discutere ma in onesta' non deludera' i vecchi e i nuovi fans della band.
La seconda parte dell'album rende gia' l'idea, l'heavy metal degli anni d'oro prende il predominio della seconda parte del disco, NWOBHM, HARD ROCK, THRASH METAL, insomma c'e' tutto quello a cui i METALLICA ci hanno abituato nella loro lunga carriera.
CONFUSION, davvero ottimo brano che racconta i traumi di una donna in conflitto con il suo passato da soldato e i traumi che la guerra gli ha procurato. un brano che non catturera' magari subito ma dopo variati ascolti convince in pieno.
MANUNKIND, si parte con arpeggio chitarra e basso ed ecco che il brano decolla, riff massicio , brano emozionante fino alla fine rendono il testo vincente, grande prova dei METALLICA che magari non suoneranno thrash qui ma che danno prova di suonare un hard n heavy originale e magnifico.
HERE COMES REVENGE, qui ritorniamo su lidi piu' tetri, la vendetta e' un piatto che si serve freddo ma a volte ti si puo' ritorcere contro, uno dei brani migliori dell'album , riffing magnifico come il testo e band in ottima forma.
AM I SAVAGE? , brano che riprende le origini della band , riprendendo quel filone NWOBHM tanto caro ai METALLICA, brano molto serio che si occupa del legame dell'uomo con tutti i tipi di esperienze che lo avvolgono.
MURDER ONE, grande brano dedicato al grande LEMMY KILMSTER dei MOTORHEAD morto di recente, vero e proprio padre dell'heavy metal. Qui la band parla della storia di quest'uomo devoto alla musica che gli piace e il suo passato nella sua vecchia band gli HAWKIND prima dell'esplosione mondiale con i MOTORHEAD e della sua dipendenza dall'alcool e sostanze stupefacenti, credo che la band ha omaggiato ottimamente il loro idolo di sempre.
SPIT OUT THE BONE, il brano e il pezzo piu' veloce dell'album pieno di stop and go, si rivela davvero serio ed efficace, di certo anche il testo non scherza delineando una qualche forma di affetto verso MUSTAINE e i MEGADETH basta guardare il video per credere si chiude il disco all'insegna di un brano veloce ed assassino.
Disco molto bello e curato e davvero avvincente sia per i testi che per i contenuti e grande lavoro di produzione in studio ad opera di GREG FIDELMAN e JAMES HETFIELD e LARS ULRICH.

VOTO 9/10.

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